Duomo
Via Duomo
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Sorta nel nucleo di
origine romana alla fine del duecento su una precedente basilica paleocristiana,
la Cattedrale di Napoli è ubicata tra il Decumano Centrale, il Decumano Superiore
e due cardini del tracciato greco-romano. Nella zona vi era stato un tempio
dedicato ad Apollo,
ed essa era stata poi utilizzata per il culto cristiano con le Basiliche di Santa Restituta
del IV secolo, il Battistero di San Giovanni,
la Basilica di Santa Stefania
del IV secolo e il Battistero
Vincenziano.
La costruzione del Duomo fu
voluta da Carlo
I d'Angiò, proseguì
durante il regno di Carlo
II (1285-1309) e fu completata nel primo
ventennio del trecento da Roberto
d'Angiò.
La Chiesa, danneggiata da vari eventi sismici, fu spesso restaurata e
rimaneggiata e presenta quindi notevoli sovrapposizioni di stili. L'intervento
che più di ogni altro trasformò l'impianto originario, fu quello del seicento
che sovrappose decorazioni barocche alle forme gotiche.
L'attuale facciata pseudo neogotica, rifatta da Enrico Alvino alla fine dell'ottocento, conserva il portale gotico
del 1407 fatto da Tino
di Camaino; i due portali
laterali sono anch'essi tardo gotico come l'altissima guglia con l'incoronazione
della Vergine,
interessanti sono solo i portali in "gotico-fiorito" opera
dell'abate Antonio
Baboccio da Piperno
che operò a Napoli negli ultimissimi anni del Trecento e il primo
decennio del Quattrocento.
La Cattedrale è a tre navate con transetto ed abside poligonale, con copertura
a capriate lignee nella navata centrale e a crociera nelle laterali. Il suo
aspetto spaziale cambiò per la costruzione di un soffitto a cassettoni dipinti
da Vincenzo
Forlì
e Fabrizio
Santafede. Col passare
degli anni si sono operate molte sovrapposizioni secondo della moda
dell'epoca travisando completamente lo stile originale della chiesa.
Di grosso interesse è il fonte battesimale
che presenta su un gambo di porfido una preziosa vasca di basalto egiziano, di
provenienza pagana, con tirsi e maschere bacchiche di pura fattura greca. Il
fonte tutto è del Seicento.
Lungo le pareti della navata centrale vi sono tele di
Luca Giordano; nelle
Cappelle laterali, oltre ad opere di Vaccaro,
Perugino, Falcone
e Solimena,
vi sono pregevoli sepolcri
tra cui ricordiamo quello al Cardinale
Sersale di San Martino. Ai
lati della tribuna vi sono la Cappella
Minutolo, con
pavimenti a mosaico e affreschi duecenteschi, e la Cappella Tocco,
con un affresco di Pietro
Cavallini. Un vero
gioiello rinascimentale è il cosiddetto Succorpo di San Gennaro
o cappella della confessione in purissime forme quattrocentesche voluta dal
cardinale Oliviero
Carafa. La Cappella
del Tesoro è opera
barocca dell'architetto
Grimaldi.
L'accesso alla Cappella è chiuso da un bellissimo cancello dorato di Cosimo
Fanzago, le sbarre a
"balaustra", se percosse, emettono un suono musicale
gradevolissimo ed in toni diversi.
La Cappella è a pianta centrale ed è coperta da una cupola con affresco del Lanfranco.
L'interno della cappella è un compendio del migliore Seicento napoletano, i
marmi preziosi connessi con quella abilità che fece la Scuola di pietre dure
barocca napoletana pari a quella, eccelsa, fiorentina. Dietro l'altare troneggia
la grande statua di San
Gennaro, un bronzo del Finelli;
ai lati dell'altare maggiore si trovano due enormi candelabri d'argento del 1744.
Altro particolare di grande interesse sono le 51 statue d'argento
rappresentanti i compatroni di Napoli e che il primo sabato di maggio
vengono da sempre portate in processione per Napoli come "sacra
scorta" a quella di S. Gennaro
. Il tesoro di S. Gennaro conserva i preziosissimi doni fatti da molti regnanti
europei e la famosa mitra d'argento di Matteo Treglia del 1713
tempestata di diamanti, smeraldi e rubini
In questa Cappella si conservano le ampolle con il sangue coagulato di San
Gennaro
e il suo cranio. Fu eretta nel 1608 su progetto di
Francesco Grimaldi per
adempiere a un voto dei napoletani fatto al santo patrono per essere scampati
alla peste del 1526. Il sangue si scioglie due volte all'anno, in maggio
e in settembre, rinnovando un prodigio di cui si sono occupati scienziati
di tutto il mondo (un prodigio che si verifica anche nel santuario di San
Gennaro alla Solfatara di Pozzuoli, dove si ravvivano le macchie di sangue su una pietra
su cui il santo fu decapitato. Dalla navata sinistra si scende nella basilica
paleocristiana di Santa
Restituta. Essa fu
edificata nel quarto secolo, ma in seguito assai trasformata, in onore dei Santi
Apostoli e Martiri. Nell'ottavo secolo fu consacrata a Santa Restituta.
La Chiesa, al tempo degli Angioini, divenne Cappella laterale del Duomo. Nel
settecento,
Arcangelo Guglielmelli
progettò un inconsueto boccascena absidale e in
corrispondenza dell'ingresso sistemò un organo con forte effetto prospettico.
Sul soffitto vi è un dipinto di Luca
Giordano sulla vita di
Santa Restituta. Annesso
alla basilica è il più antico
Battistero paleocristiano
dell'Occidente perché quello del Laterano
è posteriore di circa trent'anni, quello di San
Giovanni in Fonte.
La costruzione fu voluta da dal vescovo Severo
tra il febbraio del 363 e l'aprile del 409.