Museo Archeologico Nazionale
Piazza Museo - tel. 081440166

Cenni storici
L'edificio che ospita oggi il Museo sorse, nel 1585, come "cavallerizza" (scuola di equitazione) per volere di Don Pedro Giron, duca di Ossuna, viceré di Napoli dal 1582 al 1586, ma fu lasciato incompiuto. Nel 1612 il viceré Don Pedro Fernando de Castro incaricò l'architetto Giulio Cesare Fontana di progettare la nuova sede dell'Università sfruttando le strutture della "cavallerizza". Nel 1777 il Palazzo fu destinato a Real Museo da Ferdinando IV. Alla fine del regno borbonico, il Museo di Napoli diventa "Nazionale", come fu intitolato da Garibaldi, ed eredita dai re Carlo, Ferdinando IV e Ferdinando II di Borbone collezioni archeologiche, artistiche e bibliografiche.  La realizzazione di un "Museo Borbonico" di Ferdinando IV, dove furono raccolte la collezione Farnese e il materiale restituito dagli scavi di Pompei e delle altre cittadine vesuviane, non può, peraltro, essere dissociata dall'originario progetto di un "Museo Farnesiano" che re Carlo pensò di realizzare nella capitale del suo regno, destinando ad esso la nuova costruzione della Villa Reale di Capodimonte nel 1738. Ferdinando IV, succeduto ancora bambino a suo padre Carlo, passato al trono di Spagna nel 1759, continuerà, ampliandola, la realizzazione del progetto paterno. Fra le collezioni che Arditi, direttore del Museo dal 1807 al 1837, fu chiamato ad ordinare vanno ricordate, oltre alla raccolta Farnesiana, ai reperti degli scavi di Pompei, Ercolano ecc. e ai nuclei minori giunti al Museo per acquisti o donazioni, la collezione di Carolina Murat e la collezione Borgia. Dopo l'immane opera di riorganizzazione delle collezioni cui si dedicò l'archeologo Giuseppe Fiorelli, direttore del Museo tra il 1863 e il 1875, bisognerà attendere il riordinamento curato dall'archeologo Paolo Orsi  nel 1901; altre riordinazioni furono operate dallo storico Ettore Pais, da Vittorio Spinazzola e da Amedeo Maiuri. Durante la seconda guerra mondiale gran parte delle collezioni fu sottoposta a tormentati trasferimenti, dall'Abbazia di Montecassino ai Musei Vaticani, fino in Germania; una prima riapertura ufficiale del Museo si poté attuare il primo giugno del 1945. Con gli anni Cinquanta il Museo sembrò ritrovare un nuovo equilibrio: assieme ad Amedeo Maiuri, autore della sua rinascita, collaborarono diversi archeologi di fama.

Tirannicidi

Sala I - Galleria dei  Tirannicidi
La collezione di sculture antiche conservata nel Museo si può annoverare fra le più ricche del mondo, sia per quantità, sia per importanza dei capolavori che di essa fanno parte.
La prima sala è un punto di partenza obbligato che testimonia l'estrema ricchezza della collezione comprende, infatti, tra copie e originali, numerose sculture del periodo arcaico e dello stile severo. Dalla Campania antica provengono il frammento di metopa arcaica e l'edicola votiva con divinità seduta. All'area greco-orientale è riferibile, invece, la nota stele Borgia, un rilievo funerario arcaico databile verso il 480 a.C. Ad un'altra più famosa e ricca collezione privata, quella Farnese, appartiene il gruppo dei Tirannicidi Armodio e Aristogitone, unica replica dell'opera degli scultori ateniesi Kritios e Nesiotes eretta ad Atene nel 477 a.C. Altre importanti repliche sono l'Afrodite Sosandra e la testa dell'Apollo dell'omphalos, provenienti da Baia.  

 

Afrodite

Sale II-VI - Galleria dei Grandi Maestri
Queste sale presentano alcune fra le più famose opere della scultura greca, in repliche romane. L'età classica e, in particolare il periodo di attività di Fidia e dei suoi allievi sono rappresentati da: la testa di Apollo, la statua di Demetra, due repliche dell'Afrodite Genitrice e la famosa Athena Farnese, il cui originale fu dedicato sull'acropoli di Atene in occasione della pestilenza del 430 a.C. Un monumento di straordinaria bellezza è il rilievo con Orfeo, Euridice ed Hermes. Peculiare del Museo di Napoli, ed unico al mondo, è il complesso di rinvenimenti che proviene dalle città dell'area vesuviana, soprattutto Pompei ed Ercolano. Fra le sculture esposte, oltre che il ricchissimo e significativo complesso della Villa dei Pisoni, l'Apollo dalla Casa del Citarista,  l'Efebo in bronzo e il Doriforo di Policleto dalla palestra di Pompei. La Nike, invece, è  proveniente da Napoli, le Nereidi cavalcanti pistrici e l'Apollo in riposo da Formia, il Diomede da Cuma, il Dioscuro colossale da Baia.  

 

Artemide

SALA VII- Sala del Palestrita
Sculture della corrente Pasitelica che si sviluppò alla fine dell'età repubblicana (I sec. a.C.): il gruppo di Oreste ed Elettra, la statuetta di Artemide da Pompei, immagine di Apollo dalla Casa del Menandro a Pompei, il Pugilatore da Sorrento, l'Efebo bronzeo da via dell'Abbondanza a Pompei.

Sala VIII- Galleria della Flora
Opere di gusto classicistico: la Flora e il gruppo di eroe con fanciullo sulle spalle dalle Terme di Caracalla a Roma, il Paride da Capua , l'Artemide dalla collezione Farnese e l'altra da Cales, varie interpretazioni di Afrodite di età ellenistica come i due busti di satiro ridente, l'Esculapio e Igea.

Sale IX-X - Marmi pergameni e Veneri
Il Galata ferito, l'Amazzone, il Gigante e  il Persiano morti riproducono i singoli elementi del donario dedicato nel 167-166 a.C. sull'acropoli di Atene dal re di Pergamo, Attalo II, per celebrare le vittorie sui Galati. La Sala delle Veneri raccoglie le statue di Venere della collezione scultore del Museo: la nota Venere Callipige e due copie romane dell'Afrodite accovacciata.

Sale XI-XVI- Galleria del Toro Farnese
Il piccolo Eracle epitrapezios e il colossale Ercole Farnese sono splendide copie romane dell'opera di Lisippo. A Prassitele e alla sua scuola appartengono: il Ganimede con l'aquila, l'Eros di Tespie, il satiro in riposo, l'Afrodite Cnidia, il busto di Sardanapalo. Opere ellenistiche: Psiche di Capua, la Venere di Sinuessa, la Venere di Capua, il cratere di Gaeta. Modelli prassitelici: il Dioniso ed Eros, il Dioniso e il satiro, il gruppo di Pan e Olimpo. L'opera più originale e famosa è il gruppo monumentale noto come Toro Farnese che rappresenta il supplizio di Dirce e proviene dalle Terme di Caracalla.  

Apollo

Sala  XXIX- Galleria dei marmi colorati
Il più noto elemento della sala è l'dolo in alabastro di Artemide Efesia. L'Apollo Musagete in porfido, l'Apollo in basalto, Meleagro in porfido rosso.

Sale XXIV-XXVIII- Sculture decorative
Marmi destinati all'arredo domestico, rilievi decorativi, votivi e sepolcrali, sarcofagi figurati.Di grande interesse è il monumentale sarcofago antico riutilizzato per deporvi le spoglie del conte Ruggero d'Altavilla.

Sale XXX-XLIV- Scultura romana
Sono collocati i più famosi monumenti onorari dedicati ai cittadini benemeriti di Ercolano, statue bronzee di imperatori, la più nota è quella di Tiberio sacrificante; il colossale busto di cavallo noto come testa Carafa; la testa di Giulio Cesare, i busti di Vespasiano e Antonino Pio, la statua di Antinoo ecc.

Sala XLV- Galleria dei ritratti greci
Numerose erme e busti di età romana : il busto di Omero,  l'erma di Socrate, Perseo e Alessandro a cavallo da Ercolano.

Atrio
Due statue di Daci prigionieri; il grandioso Lare; la statua di Alessandro Severo; Urania; sarcofagi romani; la statua di Eumachia, sacerdotessa pompeiana; due monumenti equestri di M. Nonio Balbo; le colossali statue del Nilo e dell'Oceano.

Lo Scalone
Il grandioso scalone , a pianta semicircolare, è dominato dal torso di Giove, proveniente dal Capitolium di Cuma. E' noto comunemente a Napoli come Gigante del Palazzo poiché, quando fu rinvenuto, venne collocato su una colonna nei pressi del Palazzo Reale, dove, integrato con parti in stucco, sorreggeva lo stemma reale.  

Maschere e festoni

Sale LVII-LXI- I mosaici
La sala LVII offre una rassegna dell'arte musiva di un periodo che va dalla fine del II sec. a.C. al I sec. d.C. e raccoglie elementi staccati da pavimenti di case per lo più pompeiane. Essa comprende: soglie (il cane alla catena, la testa di Medusa); emblemata (dei veri e propri quadri al centro del pavimento)  e mosaici parietali di gusto ellenistico.

 

Scena nilotica

Nella sala LVIII sono esposti, per lo più, mosaici parietali, per la decorazione di ninfei, fontane, giardini, rivestimenti di colonne, eseguito con tessere di pasta vitrea.
La sala LIX espone emblemata ellenistici sia originali che copie. Provengono, alcuni, dalla "Villa di Cicerone" a Pompei
Nelle sale LIX e LX sono esposti due mosaici con fauna marina.
Nella sala LX è un ritratto femminile; i mosaici provenienti dalla "Casa del Fauno" e il Fauno stesso; il famosissimo mosaico di Alessandro che rappresenta il momento culminante della battaglia tra Alessandro e Dario.

Ammezzato Occidentale
Nelle ultime sale è custodita la cosiddetta Raccolta Pornografica, nata nel 1819 su sollecitazione di Francesco I duca di Calabria che, nel visitare il Museo, osservò che sarebbe stata "cosa ben fatta di chiudere tutti gli oggetti osceni, di qualunque materia essi fossero, in una stanza, alla quale avessero unicamente ingresso le persone di matura età e di conosciuta morale". Tra le opere più conosciute  un sarcofago in marmo della seconda metà del II sec. d.C. e il gruppo scultoreo di Pan e la capra.

Ammezzato Orientale
Per adesso, in attesa di diversa sistemazione futura, è possibile ammirare l'arredo del tempio di Iside scoperto a Pompei nel 1765.  

Pseudo-Seneca

Sale CXIV-CXVII - La Villa dei Papiri
La sontuosa abitazione, tuttora sepolta da circa 20 m. di lava e fango indurito, esplorata a partire dal 1750 ad Ercolano, quasi certamente appartenuta al console Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, è famosa soprattutto per il rinvenimento di circa 1800 rotoli di papiro carbonizzati che, insieme a numerose tavolette incerate, costituivano una ricchissima biblioteca ricca soprattutto di testi a carattere filosofico con numerosi scritti di Epicuro.
Oggi i papiri sono conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli; qui possiamo ammirare sculture e arredi di bronzo tra cui una splendida testa di Dioniso barbato, l'Hermes in riposo, l'erma del doriforo di Policleto, il famoso ritratto dello Pseudo-Seneca e una serie di ritratti in marmo.

Il Salone della Meridiana
La sua costruzione risale al 1612-1615 per volere del viceré di Lemnos ed è uno degli spazi architettonici più vasti e prestigiosi d'Europa. L'apertura ufficiale del Salone risale al 1783 come Biblioteca. La volta è di Pietro Bardellino, allievo di De Mura. Alle pareti quadri rappresentanti le gesta di Alessandro Farnese, governatore di Filippo II. La meridiana rappresenta la volontà, poi irrealizzata, di sistemare qui un osservatorio astronomico. Al centro è collocata la celeberrima statua di Atlante, copia romana della seconda metà del II sec. d.C. da un originale di età ellenistica; Atlante regge il globo su cui sono rappresentati gli elementi dell'astronomia.

Sala LXVII- Pittura italica
Decorazioni di pareti interne di tombe a cassa, dipinti staccati da tombe a camera provenienti da Isernia, Ruvo di Puglia, Paestum, Cuma, Capua, Afragola.

Sale LXVI- LXVIII - Decorazione Parietale
La collezione delle pitture "pompeiane" comprende frammenti degli intonaci distaccati dalle pareti degli edifici di Pompei, Ercolano e Stabia.  

Eracle(Ercole) e Telefo

Sale  LXX- LXXVI
Tra gli affreschi più famosi: le Tre Grazie, gli episodi del mito di Eracle, del mito di Arianna; i grossi quadri pompeiani di Eracle e Telefo, il gruppo di Achille e Chirone, la scena di Oreste e Pilade, Perseo e Andromeda, vari episodi di Achille, il sacrificio di Ifigenia ed altri episodi della mitologia greca.

Sale LXXVII-LXXVIII - Personaggi e ritratti
Paesaggi, per lo più medaglioni o quadri di piccole dimensioni con rappresentazioni di ville marittime, lacustri o di collina e alcuni ritratti tra cui Paquio Proculo e la moglie, Saffo, scene di commercio, scuola, bando nel Foro e a celebre rissa fra Pompeiani e Nocerini che costò la chiusura dell'Anfiteatro per 10 anni, revocata poi, dopo il terremoto del 62 d.C.

Sala LXXX - Avori e Terrecotte invetriate
Elementi decorativi e oggetti di uso quotidiano spesso attinenti al mondo femminile.

Sale LXXXIV-LXXXV - Vetri
Prevalentemente provenienti dalle città vesuviane e dalla Collezione Farnese.

Sala LXXIX - Le armi
Armi greche e italiche rinvenute in necropoli e in santuari in Magna Grecia, Campania e Sannio; le armi gladiatorie di Pompei ed Ercolano.

Sala LXXXII - Argenti
Il nucleo più notevole è costituito dalle suppellettili provenienti dalla Casa del Menandro di Pompei con vasellame vario e specchi.

Sala LXXXIII - Gli ori

Bracciale

Provenienti da
corredi tombali di Cuma o dell'Etruria e, in prevalenza, del periodo romano.

Orecchini

Sale LXXXVI-LXXXVIII - La collezione delle terrecotte
Terrecotte da tutti i maggiori centri dell'Italia Meridionale.

Sale XC-XCV - Collezione dei Bronzi
Suppellettili da cucina e da mensa, elementi decorativi, oggetti e strumenti di bottega, strumenti della tecnologia, strumenti chirurgici e casseforti.

Sala XCVI - Plastico di Pompei
Eseguito tra il 1861 e il 1879 da F. Padiglione su scala 1:100 sulla base della pianta in scala 1:400 di G. Tascone è in sughero, esemplare per la precisione e la minuzia di ogni particolare.
Altre pregevoli collezioni esposte nel Museo sono: la Collezione Vascolare; la Collezione Glittica; il Medagliere; la Raccolta Egiziana; la Collezione Preistorica e la Collezione Epigrafica.