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Goway.it - Cinema - Independence day

INDIPENDENCE DAY

Trama: In un normale giorno d'estate, su varie capitali degli Stati Uniti, si proietta un'ombra sinistra: enormi astronavi sovrastano le città. Stavolta non ci sono segnali positivi dall'universo alieno. Il progetto è l'attacco, la vittoria, la conquista. La distruzione totale del pianeta Terra è prevista per il 4 luglio, festa dell'indipendenza americana. La sola speranza di riscossa è affidata alla fantasia di un eterogeneo quanto improbabile gruppo di persone, unite dal caso e da una bizzarra serie di circostanze, presidente degli Usa escluso.

 


Note:
L'Impero colpisce ancora! L'Impero del Bene, naturalmente: gli Stati Uniti d'America. Artefice del successo bellico intergalattico è Roland Emmerich, che (non) passerà alla storia, non tanto per i suoi (modesti) meriti registici, ma per avere girato lo spot elettorale più lungo, costoso, banale e retorico dai tempi di Washington.

Il gioco è talmente scoperto ed infantile da cadere spesso nel grottesco involontario: Bill Pullman è un Clinton più giovane, più bello, certamente più eroico, niente sax, ma totale padronanza della più virile consolle dell' F-18. Mary McDonnell è una first lady più immacolata di Hillary, sobria, leale e di tale buon gusto da togliere il disturbo con una morte commovente: un velato suggerimento all'indagata Mrs. Clinton? Infine, la piccola Mae Whitman è una Chelsea ... meno brutta.

Et voilà: il gioco è fatto ed il regista del discreto Universal soldiers e del moscissimo Stargate può dar fuoco alle polveri della retorica più old-fashion, in un rutilante scintillìo di...nulla. Non un'idea illumina il film, che si trascina con la pesante andatura del polpettone propagandistico, di banalità in banalità, tra personaggi stereotipati ed obsoleti, ammorbato da un avvilente senso di déja vu e da un irritante clima di fratellanza universale, tutti amici. A patto che l'amicizia venga imposta dagli U.S.A. e così la batosta del Viet-Nam scolorisce nell'eroismo un po' dissociato, ma simpatico dei suoi reduci dal cuore d'oro, mentre il Presidente arriva ad affermare con rimpianto: "Cristo, nella guerra del Golfo era tutto così facile!". Wow! Ecco creato dal nulla l'agognato successo bellico che scaccerà i fantasmi dei "musi gialli".

Roland Emmerich ricalca la fantascienza anni 50, senza rielaborarla, senza ironia, al contrario, prendendosi così sul serio da risultare ridicolo, quasi quanto i tanto decantati effetti speciali, ormai mediocremente standardizzati ed imperniati esclusivamente su computer-graphic e super sonoro per le astronavi, mentre gli alieni si palesano quali approssimativi pupazzoni ti-vedo-e-non-ti-vedo, sbiaditi fantasmi degli incubi di H. R. Giger. Nell'affrettato (per fortuna, giacché il film è lunghissimo) e semplicistico finale, che vedrà uniti nella vittoria bianchi e neri, ricchi e poveri, ebrei e musulmani, l'eroico pilota dirà al grato bimbetto: "Ti avevo promesso i fuochi artificiali per il 4 luglio? Bene, eccoli!", indicando un'allegro diluvio universale di rottami radioattivi. God bless America.


Bloopers ed errori tecnici:
Durante il primo attacco alleato, tutti i caccia sparano e viene visualizzato uno schermo che mostra i missili che viaggiano e la distanza tra i missili e il bersaglio. Se si guarda con attenzione si vede che l'indicatore della distanza scende ben oltre sotto i 100 metri. Poi, quando i missili si infrangono contro lo scudo, l'indicazione e' corretta! Inoltre, non credo che un software del genere sia progettato per far vedere una circonferenza attorno ad una ipoterica astronave rappresentante lo scudo.

Nel film si dice che l'astronave madre ha un terzo della massa della luna e dista circa 22.000 miglia. Facendo un breve ed estremamente ottimistico calcolo ho scoperto che essa avrebbe una attrazione verso la terra che è 25 volte quella che provoca la luna sul nostro pianeta. L'effetto delle maree provocate sarebbe così dannoso da far dimenticare il pericolo alieno.

Dopo l'inseguimento della navetta aliena le due astronavi precipitano nel deserto, il protagonista del film esce dall'abitacolo e dà tempestivamente un pugno all'alieno facendogli perdere i sensi. Ma l'alieno aveva una tuta biomeccanica per proteggerlo dall'atmosfera terrestre, con in testa uno scafandro piu' duro della faccia di Mike Tyson. Un vero macho il capitano Hiller non c'e' che dire.

David Levinson riesce a connettere il suo computer portatile Macintosh con i computer alieni. La cosa è del tutto incredibile anzi impossibile, questo perché normalmente è già impossibile connettere un Mac con un normale PC dato che utilizzano linguaggi e sistemi operativi diversi. E' quindi impossibile che un computer terrestre possa essere compatibile con uno alieno che ovviamente impiega un sistema sconosciuto. Per lo stesso motivo non è possibile immettere un programma virus in un computer alieno, tanto meno per eseguire il "Jolly Roger".

Ad un certo punto, Jasmine si trova nel tunnel con il figlio e il cane e l'attacco alieno scatena una tremenda vampata di fuoco, i tre si salvano rifugiandosi in una stanza laterale della galleria. Il fuoco si comporta come un fluido termodinamico e invade qualunque spazio se viene costretto in un cavità, quindi non è fisicamente possibile che la stanza rimanga fuori dalla vampata, inoltre Jasmine non chiude nemmeno la porta. Forse una porta ignifuga avrebbe potuto dare un minimo di credibilità alla scena.

Quando Jasmine esce dalla galleria contemplando la città distrutta, si vedono in più riprese alcune palme ancora in piedi e con tutte le foglie intatte, incredibile a dirsi con la fiammata ed l'esplosione precedente.

Perché si vedono gli elicotteri parcheggiati a luci spente, poi decollano a luci accese, poi di nuovo a luci spente e poi il pilota le accende ancora?

Il numero di caccia durante la prima missione è differente da quello mostrato sul radar. Poi, nel pannello di controllo se ne vedono solamente 12, sono forse i migliori o i capi formazione?

Nell'Area 51 hanno porte blindate spesse mezzo metro e non hanno i vetri antiproiettile?

Quando, il 2 luglio, i cattivi extraterrestri sferrano il loro attacco alla terra, tra le cose fanno saltare in aria l'Empire State Building a New York. Ma l'inquadratura relativa all'Empire State è impossibile: quella strada esiste solo nel modellino usato. Il vero Empire ha di fronte un altro palazzo.

In una scena che precede l'attacco finale viene fatta entrare tutta la gente nella base perchè dicono che l'astronave aliena si sta posizionando sopra di loro per attaccarli. Poi l'astronave viene abbattuta e dove cade? Non sopra di loro! Perchè ?

Nell'area 51 la porta dell'area incontaminata si apre prima che il maggiore digiti l'ultima cifra!

L'astronave madre aliena è stata immaginata talmente grande che nella realtà nessuna arma umana sarebbe in grado di distruggerla, nel film invece essa viene letteralmente disintegrata in un sol colpo da un missile nucleare tattico. L'errore è facilmente evitabile con qualche "punto debole" dell'astronave, tipo Morte Nera in "Guerre stellari", ma in ID non mi pare che se ne parli. Inoltre, anche in caso di distruzione, ci sarebbe il problema dei detriti: la Terra verrebbe gravemente colpita da pezzi enormi, visto che l'astronave madre ha una massa pari a un terzo di quella lunare.

Il padre di David, un uomo di religione ebraica comincia la preghiera dicendo "Padre Nostro .. ", ma gli ebrei non considerano Dio come Padre.

Alla fine gli americani hanno distrutto i loro nemici con i missili e le bombe. Ma le tribù africane ed altri popoli meno abbienti come le distruggono? A sassate? Il regista voleva, probabilmente, dare una impronta "mondiale" alla vicenda ma cade nel ridicolo, avrebbe fatto meglio a citare solo alcune superpotenze come la Russia ed il Giappone.

All'inizio il segretario del presidente legge l'Usa Today e guardando le previsioni del tempo si notano colori che indicano temperature fredde, ma tutta la vicenda si svolge in luglio.

Una curiosità; lo scienziato pazzoide dell'Area 51 è Brent Spiner, l'attore che interpreta Data nella serie di Star Trek, non l'avevo affatto riconosciuto con la barba lunga, i capelli bianchi e sopratutto con la pelle e gli occhi senza trucco.

Una citazione; ad un certo punto tra la base e i caccia in volo vi sono della comunicazioni che iniziano con "Echo uno a base ...", questa è una citazione tratta da "L'impero colpisce ancora", George Lucas ringrazia.